Questa settimana Giulia di giuliaeilnatale ci fa scoprire una nuova rubrica – A Christmas Legend racconto scritto da James Rees.
Buongiorno squadriglia natalizia, la scorsa settimana (e non solo) alcuni di voi mi hanno chiesto dove si possono trovare i libri che cito nei miei articoli; racconti di Natale che hanno arricchito la letteratura di questa festa tanto amata. Trovare questi testi non è semplice (almeno alcuni di loro) ma non impossibile! Se non si riescono ad ordinare nelle librerie, si possono ordinare on line, ma spesso i testi sono in lingua originale. Alcune pubblicazioni, magari le più “antiche” sono dei veri e propri tesori da dover cercare in diversi canali come nei negozi e nei mercatini di libri usati o tra collezionisti. Dopo aver pensato ad una “soluzione alternativa” ho deciso di creare una “sezione narrativa” in questo blog, dove vi pubblicherò alcuni dei bei racconti citati dividendoli in “puntate”. Ovviamente i testi saranno da me tradotti in Italiano così da rendere la lettura comprensibile per tutti.
A Christmas Legend – 1° Parte
Era la vigilia di Natale. Intorno ad un fuoco cupo in un’umile dimora erano sedute quattro persone, un uomo, sua moglie e i due figli. Uno dei bambini aveva circa dieci anni, sua sorella circa sette. Il giorno della Vigilia di Natale per i bambini era il giorno più atteso dell’anno. Il Natale porta nel cuore un raggio di speranza. Felici coloro che riescono ad affrontarlo con un sorriso, felici coloro portano nel cuore l’eterna gioia del Natale come fanno i bambini. I piccoli giochi per i bambini sono una grande ricchezza che attendono con gioia, una bambola dal viso sorridente, un cavallo a dondolo per un bambino, sono regali il cui prezzo, secondo loro è inestimabile. Il padre raccontava storie ricche di valori, amore, bontà ed onestà, ricordando ai figli che il Natale è il momento ideale per riflettere su queste bellezze morali.
Ad un tratto ci fu una pausa nella conversazione, la bambina alzò lo sguardo e incontrò gli occhi pieni di lacrime della madre dalle guance pallide. “Mamma” disse la bambina, “ho legato la mia calza a quel grosso chiodo vicino al caminetto, pensi che Kris Kringle scenderà dal camino stasera?”
“Oh, sorella, che sciocchezze”, rispose rapidamente il ragazzo, come può un uomo così grande scendere dal nostro povero camino? “
“figlia mia” interruppe la madre, “noi siamo poveri. La povertà è lontana dalle cose luminose della terra, ma noi abbiamo il dono dell’umiltà, della la virtù, dell’onestà e della fede, questi sono gli amici del povero che lo aiutano nelle avversità e valgono più di qualsiasi cosa materiale”
“Allora, padre, tolgo la calza” disse tristemente la bambina “mamma… pensavo che Babbo Natale e Kris Kringle amassero tutti quelli che sono buoni, e io non sono stata brava?” continuò la bambina guardando sua madre.
“Sì, sì, sei una brava ragazza, non togliere la calza. L’usanza, almeno, dovrebbe essere osservata, e forse il tuo giovane cuore potrebbe non essere deluso” sussurro la mamma.
“Sì,” mormorò il padre, “questa notte di sette anni fa LEI (figlia maggiore scappata di casa) è scomparsa, è fuggita e da allora non si ha più notizia di lei”, “Non pensarci più, marito” interruppe la donna “era una giovane ingrata; ma non è tutto, l’anniversario di quella disgrazia ne annuncia un’altra, domani il padrone di casa verrà a chiedere l’affitto e noi non abbiamo soldi. Cosa dobbiamo fare?”
“Mi chiedi cosa dobbiamo fare per l’affitto? Fai come altri hanno fatto prima di noi, vai alla casa dei poveri; Il giorno di Natale che darà gioia a migliaia di persone, sarà per noi il più cupo; e questa bambina (rivolto alla figlia), cara creatura, la cui calza ora è appesa al chiodo arruginito in attesa di trovarvi qualche giocattolo piacevole, troverà al suo posto una crosta di pane ammuffita: è tutto ciò che suo padre ha da dare. Altri uomini li fuori, disonesti e crudeli mangiano anche per noi senza vergogna. Dio sia con noi, ma questo è un mondo terribile”.
“Oh, marito, non dire questo. Il mondo è opera della Divinità, siamo tutte creature di Dio. È vero, è un destino crudele il nostro, ma qualunque cosa accadrà sopportiamolo con pazienza” terminò la donna. “Sì, moglie, hai ragione. Ma a volte i miei pensieri assumono forme strane e la mente concepisce strane idee. C’è un terribile mistero nell’opera di Dio, perché vediamo i malvagi prosperare e il giusto mendicare il pane? Il crimine abita nei palazzi e siede su panche imbottite: viaggia su veicoli costosi e deride le grida dei poveri per il pane, mentre la povertà onesta muore di fame. Ci penso spesso, e mi dispiace dirlo”
“Caro marito, non pensare ai pochi anni terreni di sofferenza, pensa all’infinità gioia della vita eterna al fianco dei giusti illuminati da Dio. Se i giusti soffrono qui, non saranno felici per sempre lì? Mentre il malvagio e il disonesto, per i suoi piaceri di breve durata sulla terra, incontreranno un’eternità di guai nell’aldilà. “
“Sei il mio angelo, Gertrude, da questo momento in poi non mi lamenterò più”
(si sentì bussare alla porta)
“Qualcuno bussa, John! Vedi chi è” disse il padre
John aprì la porta e fece entrare nella stanza un vecchio e una donna, entrambi con in mano un fagotto. Il vecchio viaggiatore rimase per un momento al centro della stanza, fissando il gruppo davanti a lui, poi chiese quanto fossero lontani dalla città.
“Due miglia”, fu la risposta.
“Due miglia, non saremo in grado di raggiungerlo questa notte, la mia cara moglie è stanca, abbiamo viaggiato tutto il giorno”
“Allora, signore, riposatevi. John, prendi delle sedie e prepara un letto per i viaggiatori, ancora per questa notte possiamo ospitarvi in questa umile dimora, domani il padrone di casa ci manderà via perchè non abbiamo soldi per pagare l’affitto. Moglie adorata, porta del pane e del formaggio per i nostri ospiti”
“E questa è la tua famiglia, tutta la tua famiglia?” chiese la viaggiatrice con voce tremante.
“No! no! non tutti, abbiamo avuto un’altra una figlia” rispose il padre,
“Morta? Ahimè, dobbiamo morire tutti” sussurro la viaggiatrice
“Morta per noi, mia buona donna, ma non per il mondo; ma non parliamo più di lei. Ecco un po’ di pane e formaggio, è tutto ciò che la povertà ha da offrire, ma per noi siete i benvenuti”.
Calò il silenzio, ognuno sembrava avvolto dai propri pensieri e mentre il vento fischiava intorno alla casa e scuoteva le sue vecchie finestre fatiscenti, tutti si avvicinarono al tiepido fuoco. Nelle loro orecchie, in quella casa solitaria e silenziosa, si udirono voci allegre, un suono di violino e tamburello, forti risate e auguri di Buon Natale ridenti, “Da dove vengono questi suoni?” chiese il viaggiatore “Ah, signore,” rispose l’uomo povero, “quei suoni gioiosi, in cui si mescolano molte voci giovanili, provengono dall’abitazione del mio padrone di casa. È ricco, immensamente ricco ma da sempre nemico del povero. Molti poveri vivono nelle sue proprietà, ma se non possono pagare anche un solo giorno, lui li caccia via malamente insultandoli”
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